giovedì 15 agosto 2019

Laurea Magistrale in Storia dell'arte e in Teatro, musica, danza - Corso 2019-20


ANNISETTANTA. IL DECENNIO LUNGO DEL SECOLO BREVE

Gli anni Settanta compongono un panorama di grande ricchezza e complessità e nel quale le esperienze artistiche appaiono dotate di una forza problematica ed espressiva che le rende risolutamente attuali. L’attività degli artisti si poneva con grande franchezza di fronte alle contraddizioni sociali e politiche del tempo, indagando i meccanismi di consenso di massa o l’identità personale nelle sue articolazioni sessuali e relazionali, o ancora l’uso dello spazio e delle risorse naturali, l’organizzazione della vita politica ed economica, la violenza, la guerra, tutti temi che mantengono visibilmente intatta, e anzi hanno accresciuto la loro carica problematica e conflittuale nel nostro mondo globalizzato.

L’elemento comune a tutte le esperienze artistiche del decennio è senza dubbio la consapevolezza che l’arte è un codice, una costruzione collettiva, che le sue realizzazioni, gli spazi che occupa (il “cubo bianco”), i giudizi e le reazioni che suscita nel pubblico, hanno determinate possibilità e appartengono a un ordine pienamente storico e culturale. L’arte di questo periodo cerca di “fuoriuscire” dal suo ambito specialistico, di abbandonare le tecniche tradizionali, di investire lo spazio reale, tanto quello della città che quello naturale, di decostruire i meccanismi di consenso sociale e politico, di interrogare i meccanismi consci e inconsci che contribuiscono a formare la personalità e l’identità.

Tutto questo riguarda tanto gli artisti impegnati direttamente nella corrente concettuale (che usa di preferenza il linguaggio verbale come mezzo espressivo), come ad esempio Joseph Kosuth o Lawrence Weiner, ma anche quanti, come ad esempio Bruce Nauman, Daniel Buren, Dennis Oppenheim, Douglas Huebler e Franco Vaccari, usano altri media, e toccano infine anche quello che è stato definito il “campo allargato” dell’arte, vale a dire quell’insieme di esperienze che agisce fuori dai limiti della galleria e del museo e della stessa tradizione “antropocentrica”, in particolare della scultura. Figure emblematiche di questa tendenza sono Joseph Beuys, Gordon Matta-Clark e Robert Smithson, autori di alcune delle opere più memorabili di quegli anni, con la loro caratteristica mescolanza di visionarietà poetica e riflessività filosofica, o ancora Hans Haacke, con le sue “inchieste” di taglio esplicitamente politico, e Christo, con i suoi interventi (anti)monumentali. In Italia, artisti vicini all’Arte povera come Merz, Kounellis, Penone, Fabro e Boetti, declinano in forme e materiali originali una riflessione sul tempo, l’energia cosmica e psichica, altri, come Fabio Mauri, indagano la memoria storica e la dimensione politica, altri ancora, come Gino De Dominicis e Vettor Pisani, esplorano l’allegoria e il tableau vivant.

Il corpo è negli anni Settanta l’altro epicentro della ricerca artistica, grazie al lavoro di performer che mettono in scena, come Marina Abramović e Ulay, la loro interazione psicologica ed erotica, oppure la condizione di pericolo vigente in uno spazio sociale dominato dalla violenza, come nel caso del californiano Chris Burden, o ancora si legano alle posizioni del movimento di liberazione femminista, mettendo in discussione, come nei casi di Gina Pane, Valie Export, Ketty La Rocca e Hannah Wilke gli stereotipi dell’identità femminile. Tutti esempi questi in cui si manifesta pienamente l’irrequietezza, la mobilità, l’inventiva anticonvenzionale che compongono la cifra inconfondibile di un decennio straordinariamente vitale.

Bibliografia generale

Testi di riferimento

  • Hal Foster et al., Art since 1900, Thames & Hudson (per le vicende artistiche tra il 1945 e il 1980) [edizione inglese in PDF]
  • Anne Rorimer, New art in the 60 and 70s, Thames and Hudson 2001, pp. 194-274 [PDF]
  • annisettanta (con Marco Belpoliti, Gianni Canova), Skira, Milano 2007 [PDF]
Saggi
Lezioni

Il corso di 12 CFU/72 ore, caratterizzante per la Laurea Magistrale in Storia dell’arte, contiene al suo interno un modulo di 6 CFU/36 ore (ovvero la prima metà) indirizzato agli studenti di tutti gli altri corsi di Laurea Magistrale, e in particolare al Corso in Teatro, Musica, Danza per i quali l’esame è obbligatorio e caratterizzante (l'esame può essere naturalmente sostenuto anche dagli studenti della Laurea Magistrale in Cinema, TV e P.M., che devono però inserirlo del piano di studi come esame a scelta). 

Modalità di esame

Esame da 12 crediti (LM in Storia dell'arte)

La prova d’esame da 12 CFU consiste nella redazione e successiva discussione di un paper il cui argomento e la cui bibliografia specifica vanno concordati col docente (lunghezza minima 20.000 battute, incluse note e bibliografia), da inviare poi al docente via email almeno dieci giorni prima dell’esame.

Attenzione: gli studenti non frequentanti (12 CFU) in aggiunta alla valutazione del paper, devono sostenere un esame orale su tre saggi a scelta tra quelli indicati in bibliografia.

Esame da 6 crediti (LM in Teatro, musica, danza)

Solo per gli studenti frequentanti: la prova d’esame consiste nella redazione e successiva discussione di un paper il cui argomento e la cui bibliografia specifica vanno concordati col docente (lunghezza minima 20.000 battute, incluse note e bibliografia), da inviare poi via email almeno dieci giorni prima dell’esame.

Studenti non frequentanti: La prova d’esame consiste in un esame scritto svolto in aula durante la sessione di esame; è richiesta la conoscenza approfondita dei materiali del corso (testi, immagini, film), la capacità di esporre e commentare criticamente, alla luce dei testi elencati in bibliografia, tematiche, aspetti storici e opere esaminate nel corso.

Tutti gli studenti devono tener conto che il tempo necessario per l'individuazione del tema del paper, allo studio dei testi e alla redazione non può essere inferiore a due mesi e che ciò richiede di dover concordare il soggetto con largo anticipo rispetto alla sessione di esame.

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